sabato 11 giugno 2011

L’uguaglianza nell’Islam

L’uguaglianza nell’Islam


Uomini e donne sono stati creati uguali nella loro natura umana di base, tutti provengono da una discendenza comune e godono dell’onore di fare parte della creazione di Allah e del privilegio della superiorità dell’uomo sulle altre creature. In Islam ogni distinzione di razza, sesso, colore, discendenza, classe, regione o lingua è strettamente proibita al fine di evitare la creazione di barriere artificiali fra chi è privilegiato e chi non lo è. Uguaglianza non significa che tutte le creature sono esattamente identiche, poiché è impossibile negare che esistono delle differenze naturali, anzi i due sessi si complementano e si completano a vicenda. Allah l’Eccelso dice nel Sublime Corano:

(Uomini, temete il vostro Signore che vi ha creati da un solo essere, e da esso ha creato la sua sposa, e da loro ha tratto molti uomini e donne. E temete Allah, in nome del Quale rivolgete l’un l’altro le vostre richieste e rispettate i legami di sangue. Invero Allah veglia su di voi.) (4:1)

Il Messaggero di Allah (pace e benedizione su di lui) disse:

«O gente! Il vostro Dio è Uno e il vostro antenato è uno. Appartenete tutti ad Adamo e Adamo è stato generato dalla terra. In verità la persona migliore agli occhi del Vostro Signore, Allah l’Eccelso, è la più devota tra di voi. Un arabo non è superiore a un non arabo e un non arabo non è superiore a un arabo, e una persona di colore non è superiore a un bianco, come un bianco non è superiore a una persona di colore, tranne che nella devozione.»[1]

Secondo l’Islam tutta l’umanità, con tutte le sue diverse etnie, proviene da un’unica fonte comune e di conseguenza non è permesso a nessun individuo di sostenere di essere superiore o di possedere speciali privilegi per sfruttare un’altra persona. L’Islam non tollera il falso orgoglio legato alla discendenza o alla condizione sociale. Il Messaggero di Allah (pbsl)[2] disse:

« Allah l’Onnipotente ha eliminato il falso orgoglio e l’arroganza che venivano praticati nel periodo precedente l’Islam, in cui gli uomini andavano erroneamente orgogliosi dei propri antenati. Ci sono solo due tipi di persone: il devoto virtuoso che Allah considera nobile e il libertino svergognato che non vale nulla per Allah. Tutta l’umanità proviene da Adamo ed egli fu generato dalla terra.»[3]

In alcune società si osserva un dilagante orgoglio legato all’etnia e alla classe sociale, ad esempio alcuni ebrei e cristiani hanno ritenuto di appartenere a una condizione sociale, razza, etnia o classe di persone più elevata. Allah, l’Altissimo e l’Onnipotente, ha dichiarato la verità di quest’arroganza e dice nel Sublime Corano:

(Giudei e nazareni dicono: «Siamo figli di Allah ed i suoi prediletti». Di’: «Perché allora vi castiga per i vostri peccati? Sì, non siete che uomini come altri che Lui ha creato. Egli perdona a chi vuole e castiga chi vuole. Ad Allah appartiene la sovranità sui cieli e sulla terra e su quello che vi è frammezzo. A lui farete ritorno».) (5:18)

Le leggi islamiche sono volte a sradicare ogni fuorviato principio di razzismo; ad esempio, uno dei compagni dell’Inviato di Allah (pbsl), Abu Dharr, una volta si rivolse a uno schiavo nero dicendo: «O figlio della donna dalla pelle nera!» Al sentire ciò, l’Inviato di Allah (pbsl) si girò verso Abu Dharr e gli disse:

«Stai per caso insultando questo uomo e sua madre? In verità, possiedi alcune delle caratteristiche dell’era dell’Ignoranza (prima dell’Islam). Quei tempi sono finiti e fanno parte del passato. Non esiste vantaggio o superiorità per il figlio della donna bianca rispetto al figlio della donna nera, tranne che nella devozione e nelle buoni azioni.» [4]

È riportato che Abu Dharr, sentendo il commento del Profeta (pbsl), si prostrò al suolo con umiltà affinché lo schiavo potesse pestare la sua testa con il piede come espiazione per il suo peccato, nonostante l’Inviato (pbsl) non gli avesse ordinato di farlo. Lo scopo di Abu Dharr era di auto punirsi attraverso l’umiliazione in modo tale da non ripetere mai più un simile peccato in futuro.

Nelľ Islam tutti gli individui hanno i medesimi e uguali obblighi per quanto concerne l’esecuzione dei diversi atti di culto nell’adorazione di Allah. Il ricco e il povero, il dirigente e il contadino, il bianco e il nero, colui con una vita decorosa e colui che invece ha pochi mezzi di sussistenza, tutti sono sullo stesso piano davanti ad Allah in quanto esseri umani: il più nobile è colui che è il più virtuoso, il più sincero e il più costante nel culto e nelle buone azioni. Come disse il Profeta (pbsl): «Allah non sta a guardare i vostri corpi o le vostre sembianze; sta invece a guardare i vostri cuori.» [5]

Ogni ordine riguardante gli obblighi e le proibizioni è valido per tutti senza alcuna distinzione di classe, condizione sociale o etnia. Allah l’Onnipotente afferma nel Sublime Corano:

(Chi fa il bene lo fa a suo vantaggio, e chi fa il male lo fa a suo danno. Il tuo Signore non è ingiusto con i Suoi servi.) (41:46)

Agli occhi di Allah, il Compassionevole, la differenza fra gli individui si basa sul grado di devozione, rettitudine e rispetto dei Suoi comandi. Allah l’Onnipotente afferma nel Sublime Corano:

(O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e abbiamo fatto di voi popoli e tribù, affinché vi conosceste a vicenda. Presso Allah, il più nobile di voi è colui che più Lo teme. In verità Allah è sapiente, ben informato.) (49:13)

Tutti gli uomini sono uguali davanti al codice giuridico islamico e al giudice musulmano nominato. Le pene, i giudizi e le sentenze legali sono applicabili alle persone di ogni etnia e classe sociale senza alcuna distinzione e senza che nessun individuo privilegiato possa acquistare l’immunità. Citiamo di seguito un esempio eccezionale. A'isha ha riportato che una volta una nobildonna del clan di Makhzum commise un furto; i Quraish erano profondamente preoccupati poiché il Messaggero di Allah (pbsl) voleva applicare la punizione prescritta per tale crimine e cioè l’amputazione della mano: si riunirono per discutere e dissero: «La persona più idonea a parlare con il Profeta (pbsl) riguardo alla ladra del clan Makhzumi è il suo amato compagno Usamah ibn Zaid (a sua volta figlio di un caro compagno dell’Inviato (pbsl)». Inviarono quindi Usamah a parlare con Muhammad (pbsl) per ottenere un favore a nome della donna dei Makhzumi; sentendo ciò che Usamah gli chiedeva, il Messaggero di Allah (pbsl) disse:

«O Usamah! Sei venuto per intercedere riguardo a una punizione stabilita da Allah?» Non appena ebbe finito la sua conversazione con Usamah, il Profeta (pbsl) si levò in piedi e fece il seguente discorso:

«Le genti (o nazioni) prima di voi furono distrutte perché quando una persona tra i nobili rubava, lo lasciavano impunito, ma se era un povero, un debole o una persona qualunque a farlo, allora applicavano su quest’ultimo la sentenza. Per Allah, se Fatimah, la figlia di Muhammad rubasse, le farei tagliare la mano.» [6]

Nessuno ha il diritto di monopolizzare, abusare o agire in nome dei propri interessi personali nella gestione delle risorse nazionali. Tutti i membri della nazione devono poter usufruire di tali risorse, ciascuno secondo equi e giusti diritti ed obblighi. Tuttavia, i cittadini non saranno uguali in termini di lavoro e benefici che apportano al bene pubblico. Il governo islamico deve compiere ogni sforzo necessario per assicurare opportunità d’impiego ai suoi connazionali e per organizzare l’utilizzazione delle risorse nazionali.

L’Islam stabilisce che non vi è differenza fra le persone in termini di valori umani; tuttavia l'unico criterio di distinzione fra i membri della comunità si basa sui servizi che essi offrono alla società e ogni individuo viene ricompensato in base a questo. Per esempio, l’Islam non considera sullo stesso piano, in termini di salario e ricompense economiche, la persona che lavora duramente e il pigro. Allah Onnipotente afferma nel Sublime Corano:

(Per ogni uomo ci sarà un livello adeguato al suo comportamento. Il tuo Signore non è indifferente a quello che hanno fatto!) (6:132)




[1] Trasmesso da Ahmad n. 411.


3 Abbreviazione di "pace e benedizione su di lui" che segue sempre il nome del Profeta Muhammad




[3] Trasmesso da Tirmidhi n. 3270.


[4] Trasmesso da Ahmad 4:145.


[5] Trasmesso da Muslim


[6] Trasmesso da Bukhari n. 6406 e da Muslim n. 9.

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Oh credenti

"Non è forse giunto, per i credenti, il momento in cui rendere umili i loro cuori nel ricordo di Allah e nella verità che è stata rivelata, e di differenziarsi da quelli che ricevettero la Scrittura in precedenza e che furono tollerati a lungo [da Allah]? I loro cuori si indurirono e molti di loro divennero perversi"