sabato 18 giugno 2011
La salvaguardia della religione
domenica 12 giugno 2011
I diritti dei poveri e dei bisognosi
sabato 11 giugno 2011
L’uguaglianza nell’Islam
Uomini e donne sono stati creati uguali nella loro natura umana di base, tutti provengono da una discendenza comune e godono dell’onore di fare parte della creazione di Allah e del privilegio della superiorità dell’uomo sulle altre creature. In Islam ogni distinzione di razza, sesso, colore, discendenza, classe, regione o lingua è strettamente proibita al fine di evitare la creazione di barriere artificiali fra chi è privilegiato e chi non lo è. Uguaglianza non significa che tutte le creature sono esattamente identiche, poiché è impossibile negare che esistono delle differenze naturali, anzi i due sessi si complementano e si completano a vicenda. Allah l’Eccelso dice nel Sublime Corano:
(Uomini, temete il vostro Signore che vi ha creati da un solo essere, e da esso ha creato la sua sposa, e da loro ha tratto molti uomini e donne. E temete Allah, in nome del Quale rivolgete l’un l’altro le vostre richieste e rispettate i legami di sangue. Invero Allah veglia su di voi.) (4:1)
Il Messaggero di Allah (pace e benedizione su di lui) disse:
«O gente! Il vostro Dio è Uno e il vostro antenato è uno. Appartenete tutti ad Adamo e Adamo è stato generato dalla terra. In verità la persona migliore agli occhi del Vostro Signore, Allah l’Eccelso, è la più devota tra di voi. Un arabo non è superiore a un non arabo e un non arabo non è superiore a un arabo, e una persona di colore non è superiore a un bianco, come un bianco non è superiore a una persona di colore, tranne che nella devozione.»[1]
Secondo l’Islam tutta l’umanità, con tutte le sue diverse etnie, proviene da un’unica fonte comune e di conseguenza non è permesso a nessun individuo di sostenere di essere superiore o di possedere speciali privilegi per sfruttare un’altra persona. L’Islam non tollera il falso orgoglio legato alla discendenza o alla condizione sociale. Il Messaggero di Allah (pbsl)[2] disse:
« Allah l’Onnipotente ha eliminato il falso orgoglio e l’arroganza che venivano praticati nel periodo precedente l’Islam, in cui gli uomini andavano erroneamente orgogliosi dei propri antenati. Ci sono solo due tipi di persone: il devoto virtuoso che Allah considera nobile e il libertino svergognato che non vale nulla per Allah. Tutta l’umanità proviene da Adamo ed egli fu generato dalla terra.»[3]
In alcune società si osserva un dilagante orgoglio legato all’etnia e alla classe sociale, ad esempio alcuni ebrei e cristiani hanno ritenuto di appartenere a una condizione sociale, razza, etnia o classe di persone più elevata. Allah, l’Altissimo e l’Onnipotente, ha dichiarato la verità di quest’arroganza e dice nel Sublime Corano:
(Giudei e nazareni dicono: «Siamo figli di Allah ed i suoi prediletti». Di’: «Perché allora vi castiga per i vostri peccati? Sì, non siete che uomini come altri che Lui ha creato. Egli perdona a chi vuole e castiga chi vuole. Ad Allah appartiene la sovranità sui cieli e sulla terra e su quello che vi è frammezzo. A lui farete ritorno».) (5:18)
Le leggi islamiche sono volte a sradicare ogni fuorviato principio di razzismo; ad esempio, uno dei compagni dell’Inviato di Allah (pbsl), Abu Dharr, una volta si rivolse a uno schiavo nero dicendo: «O figlio della donna dalla pelle nera!» Al sentire ciò, l’Inviato di Allah (pbsl) si girò verso Abu Dharr e gli disse:
«Stai per caso insultando questo uomo e sua madre? In verità, possiedi alcune delle caratteristiche dell’era dell’Ignoranza (prima dell’Islam). Quei tempi sono finiti e fanno parte del passato. Non esiste vantaggio o superiorità per il figlio della donna bianca rispetto al figlio della donna nera, tranne che nella devozione e nelle buoni azioni.» [4]
È riportato che Abu Dharr, sentendo il commento del Profeta (pbsl), si prostrò al suolo con umiltà affinché lo schiavo potesse pestare la sua testa con il piede come espiazione per il suo peccato, nonostante l’Inviato (pbsl) non gli avesse ordinato di farlo. Lo scopo di Abu Dharr era di auto punirsi attraverso l’umiliazione in modo tale da non ripetere mai più un simile peccato in futuro.
Nelľ Islam tutti gli individui hanno i medesimi e uguali obblighi per quanto concerne l’esecuzione dei diversi atti di culto nell’adorazione di Allah. Il ricco e il povero, il dirigente e il contadino, il bianco e il nero, colui con una vita decorosa e colui che invece ha pochi mezzi di sussistenza, tutti sono sullo stesso piano davanti ad Allah in quanto esseri umani: il più nobile è colui che è il più virtuoso, il più sincero e il più costante nel culto e nelle buone azioni. Come disse il Profeta (pbsl): «Allah non sta a guardare i vostri corpi o le vostre sembianze; sta invece a guardare i vostri cuori.» [5]
Ogni ordine riguardante gli obblighi e le proibizioni è valido per tutti senza alcuna distinzione di classe, condizione sociale o etnia. Allah l’Onnipotente afferma nel Sublime Corano:
(Chi fa il bene lo fa a suo vantaggio, e chi fa il male lo fa a suo danno. Il tuo Signore non è ingiusto con i Suoi servi.) (41:46)
Agli occhi di Allah, il Compassionevole, la differenza fra gli individui si basa sul grado di devozione, rettitudine e rispetto dei Suoi comandi. Allah l’Onnipotente afferma nel Sublime Corano:
(O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e abbiamo fatto di voi popoli e tribù, affinché vi conosceste a vicenda. Presso Allah, il più nobile di voi è colui che più Lo teme. In verità Allah è sapiente, ben informato.) (49:13)
Tutti gli uomini sono uguali davanti al codice giuridico islamico e al giudice musulmano nominato. Le pene, i giudizi e le sentenze legali sono applicabili alle persone di ogni etnia e classe sociale senza alcuna distinzione e senza che nessun individuo privilegiato possa acquistare l’immunità. Citiamo di seguito un esempio eccezionale. A'isha ha riportato che una volta una nobildonna del clan di Makhzum commise un furto; i Quraish erano profondamente preoccupati poiché il Messaggero di Allah (pbsl) voleva applicare la punizione prescritta per tale crimine e cioè l’amputazione della mano: si riunirono per discutere e dissero: «La persona più idonea a parlare con il Profeta (pbsl) riguardo alla ladra del clan Makhzumi è il suo amato compagno Usamah ibn Zaid (a sua volta figlio di un caro compagno dell’Inviato (pbsl)». Inviarono quindi Usamah a parlare con Muhammad (pbsl) per ottenere un favore a nome della donna dei Makhzumi; sentendo ciò che Usamah gli chiedeva, il Messaggero di Allah (pbsl) disse:
«O Usamah! Sei venuto per intercedere riguardo a una punizione stabilita da Allah?» Non appena ebbe finito la sua conversazione con Usamah, il Profeta (pbsl) si levò in piedi e fece il seguente discorso:
«Le genti (o nazioni) prima di voi furono distrutte perché quando una persona tra i nobili rubava, lo lasciavano impunito, ma se era un povero, un debole o una persona qualunque a farlo, allora applicavano su quest’ultimo la sentenza. Per Allah, se Fatimah, la figlia di Muhammad rubasse, le farei tagliare la mano.» [6]
Nessuno ha il diritto di monopolizzare, abusare o agire in nome dei propri interessi personali nella gestione delle risorse nazionali. Tutti i membri della nazione devono poter usufruire di tali risorse, ciascuno secondo equi e giusti diritti ed obblighi. Tuttavia, i cittadini non saranno uguali in termini di lavoro e benefici che apportano al bene pubblico. Il governo islamico deve compiere ogni sforzo necessario per assicurare opportunità d’impiego ai suoi connazionali e per organizzare l’utilizzazione delle risorse nazionali.
L’Islam stabilisce che non vi è differenza fra le persone in termini di valori umani; tuttavia l'unico criterio di distinzione fra i membri della comunità si basa sui servizi che essi offrono alla società e ogni individuo viene ricompensato in base a questo. Per esempio, l’Islam non considera sullo stesso piano, in termini di salario e ricompense economiche, la persona che lavora duramente e il pigro. Allah Onnipotente afferma nel Sublime Corano:
(Per ogni uomo ci sarà un livello adeguato al suo comportamento. Il tuo Signore non è indifferente a quello che hanno fatto!) (6:132)
[1] Trasmesso da Ahmad n. 411.
3 Abbreviazione di "pace e benedizione su di lui" che segue sempre il nome del Profeta Muhammad
[3] Trasmesso da Tirmidhi n. 3270.
[4] Trasmesso da Ahmad 4:145.
[5] Trasmesso da Muslim
[6] Trasmesso da Bukhari n. 6406 e da Muslim n. 9.
giovedì 9 giugno 2011
I diritti del popolo nei confronti del governo
I diritti del popolo nei confronti del governo
Il musulmano residente in uno stato islamico ha determinato diritti nei confronti del governo. Essi sono i seguenti:
Giustizia assoluta: significa che ogni individuo deve essere trattato in maniera equa. Tutti quelli che hanno diritto a specifici trattamenti devono poter essere in grado di usufruirne e chi ha la responsabilità di eseguire determinate funzioni, devono essere trattati con giustizia, senza subire nessun tipo di condizionamento. Inoltre, le responsabilità devono essere distribuite fra gli individui in maniera giusta e ragionevole. Non è permesso a nessun individuo, classe o categoria di persone o parte della popolazione di avere un trattamento privilegiato o di essere preferiti rispetto agli altri membri della società. Il Messaggero di Allah (pbsl) disse:
«Nel Giorno della Resurrezione il più caro ad Allah ed il più vicino a Lui sarà un sovrano o un giudice giusto, mentre il più detestato da Allah ed il più distante da Lui sarà un sovrano ingiusto e tiranno».[1]
Consultazione: la popolazione ha il diritto di essere consultata su questioni riguardanti problematiche economiche e sociali e ciò deve essere fatto consuetudinariamente; i cittadini devono poter esprimere le loro opinioni e idee sulle questioni riguardanti la comunità e la società islamica e, se le opinioni raccolte soddisfano l’interesse pubblico, allora esse possono essere accettate. Allah dice nel Sublime Corano:
(È per misericordia di Allah che sei dolce nei loro confronti! Se fossi stato duro di cuore, si sarebbero allontanati da te. Perdona loro e supplica che siano assolti. Consultati con loro sugli ordini da impartire.) (3:159)
Secondo la tradizione, in diverse occasioni il Messaggero di Allah (pbsl) seguì il consiglio dei suoi compagni. Per esempio, durante la battaglia di Badr uno di essi suggerì di cambiare il luogo dell’accampamento dei musulmani chiedendo: «O Inviato di Allah, è forse Allah che ti ha ordinato di accamparti in questo posto, nel qual caso non avremmo motivo di cambiarlo, oppure è semplicemente una strategia e un piano di guerra?» Immediatamente il Messaggero di Allah (pbsl) rispose: «No. Veramente è una mia strategia di guerra». Allora l’uomo suggerì: «O Profeta di Allah, quest’accampamento non è la giusta scelta. Cerchiamo piuttosto il serbatoio d’acqua più vicino ai nostri nemici e accampiamoci là. In seguito sotterreremo tutte le altre risorse idriche e quindi costruiremo un bacino o serbatoio d’acqua per il nostro esercito. Quando la battaglia avrà inizio, noi avremo ancora accesso all’acqua, potremo bere e utilizzarla per i nostri bisogni, mentre i nostri nemici non potranno». Il Messaggero di Allah (pbsl) commentò: «Hai certamente dato il consiglio migliore».[2]
Governo islamico: la Shari'ah, in altre parole la legge islamica, è alla base del Governo islamico e delle sentenze legali e pertanto la Costituzione di uno Stato musulmano deve fondarsi sul Corano e sulla Sunnah, che sono le fonti giudiziarie islamiche riconosciute. Se è disponibile un testo autentico, allora non è possibile ricorrere all’opinione personale. La Legge islamica è un sistema completo di giurisprudenza, che include il diritto familiare e privato, il diritto penale, e il diritto nazionale e internazionale e che quindi soddisfa tutte le esigenze dell’uomo nella maniera migliore, poiché basato sulle rivelazioni che Allah ha fatto al Suo Messaggero per la guida dell’umanità.
Politica della ‘porta aperta’: Il governante musulmano non deve avere un atteggiamento di distacco e rimanere distante dalla sua gente, né nominare intermediari che non siano imparziali, consentendo ad alcuni di loro di incontrarlo e negandosi ad altri. Questo si basa sulla tradizione del Messaggero di Allah (pbsl) che disse:
«Chiunque ha la responsabilità di dirigere qualcuno degli affari dei musulmani e si defila davanti a loro e non risponde ai loro bisogni, sarà Allah a non rispondere alle sue suppliche nel Giorno della Resurrezione, facendolo soffrire della sua stessa povertà e dei suoi stessi bisogni».[3]
Misericordia per i concittadini: il governante musulmano deve essere gentile e clemente con i concittadini e non deve oberarli oltre le loro capacità; deve agevolarli con tutti i mezzi affinché possano sopravvivere e vivere nella società nel modo migliore. Il governante deve trattare l’uomo anziano come un padre, il giovane come un figlio e la persona della stessa età come un fratello; egli deve essere rispettoso dei più anziani, gentile e clemente con i giovani e premuroso con gli individui della sua stessa età. Il Sublime Corano ci informa a proposito delle caratteristiche del Messaggero di Allah (pbsl), che fu il primo capo della nazione musulmana:
(Ora vi è giunto un Messaggero scelto tra voi; gli è gravosa la pena che soffrite, brama il vostro bene, è dolce e misericordioso verso i credenti.) (9:128)
Anche l’Inviato di Allah (pbsl) si raccomandò:
«Possa Allah essere clemente con coloro che sono clementi [e gentili con gli altri]. Siate misericordiosi con la gente sulla terra, Allah sarà misericordioso con voi».[4]
Omar bin al Khattab, il secondo Califfo musulmano, era talmente preoccupato riguardo alla sua responsabilità nei confronti di Allah, che una volta disse: «Per Allah, se una mula fosse inciampata in Iraq, avrei il timore di dovermi giustificare di ciò con Allah [nel Giorno della Resurrezione]: “O Omar! Perché non hai spianato la strada per la mula?”».
Perchè fare du'a se è tutto prescritto e predestinato?
domenica 5 giugno 2011
I diritti di un governante nei confronti del popolo
Questo è basato proprio sul contenuto del versetto del Sublime Corano:
“O voi che credete, obbedite ad Allah e al Messaggero e a coloro che hanno l’autorità” (4:59)
A un musulmano viene richiesto di rispettare le seguenti direttive:
1. Obbedienza al governante finchè non comanda di compiere atti illeciti. Ciò deriva dalle tradizioni del Messaggero di Allah (saws):
“Ascoltate e obbedite, anche se è un schiavo dell’Etiopia a essere stato eletto [come sovrano], fintanto che egli agisce secondo i precetti del libro di Allah” [Muslim]
L’obbedienza del musulmano a un’autorità che governa in conformità ai principi del Divino Libro di Allah è, in effetti, considerato come un ulteriore atto di obbedienza verso Allah e viceversa, la disobbedienza verso un’autorità che opera secondo le Leggi di Allah è, in realtà, disobbedienza verso Allah stesso.
2. Il governante musulmano deve poter ricevere consigli sinceri da cui possano trarre vantaggio lui, la comunità e l’intera nazione; deve essere inoltre esortato a tenere presente quelli che sono i suoi compiti ed essere fedele all’impegno preso. Ciò che deriva dalle indicazioni del Sublime Corano:
“Parlateli con dolcezza. Forse ricorderà o temerà Allah” (20:44)
Il Profeta (saws) disse: “La religione è fedeltà” “verso chi?” chiedemmo. Egli (saws) rispose: “Verso Allah, il Suo Libro e il Suo Inviato, verso i sovrani musulmani e le loro genti”
3. La popolazione deve sostenere il governatore musulmano durante i periodi di crisi. Ai musulmani è richiesto di rispettare i loro capi/sovrani e di non abbandonarli, né istigare la popolazione contro di loro per provocare problemi e danni.
I diritti delle piante e degli alberi nell’Islam
L’Islam consente di usufruire dei frutti degli alberi, ma proibisce di tagliare o rompere i rami senza una buona ragione; anzi si spinge oltre e condanna di salvaguardare gli alveri e incoraggia ogni attività o processo adibito alla loro riproduzione al fine di aumentarne il numero. Il Messaggero di Allah (saws) disse:
“Se l’Ora [dell’Ultimo Giorno) suonasse mentre uno di voi sta reggendo una pianticella di palma [da piantare nella terra] e se riuscisse a piantarla prima di levarsi in piadi, allora dovrebbe farlo” [Ahmad]
Piantare alberi e piante che portano un beneficio è considerata con una elemosina per la quale il musulmano sarà ricompensato. L’Inviato di Allah (saws) disse:
“Un musulmano non pianterà un albero, né getterà un seme, da cui mangi un uomo o bestia o altro, senza che gli valga come elemosina” [Muslim]
Tratto da “Pregiudizi correnti sui diritti dell’uomo nell’Islam”
lunedì 30 maggio 2011
I diritti degli animali
Gli animali domestici devono essere nutriti in maniera appropriata, ricevere cure adeguate ed essere trattati gentilmente. E' stato riportato che l'Inviato di Allah (pbsl) disse:
"Una donna andò all'inferno per aver segregato un gatto fino a farlo morire. Ella non gli diede da mangiare, ne gli offrì acqua da bere e nemmeno lo lasciò libero di vagare per mangiare gli insetti della terra" [Bukhari n.5702 Muslim n.1661]
Gli animali non devono essere torturati, feriti o picchiati per nessun motivo, così come quelli da traino non devono essere sovraccaricati a tal punto da non poter sopportare il carico. Il Messaggero di Allah (pbsl) disse:
"Allah maledice chi brucia un animale con la marchiatura ed il tatuaggio" [Bukhari n.2236 Muslim n.1958]
L'Islam proibisce l'utilizzo di un animale vivo. E' stato riportato che Ibn Umar (ra), passando accanto ad un gruppo di giovani uomini del clan di Quraish, vide che usavano un uccello come bersaglio vivo. Dopo aver chiesto chi avesse fatto tale azione, Ibn Umar (ra) commentò: "Che Allah maledica la persona usa quest'uccello come bersaglio" Egli si riferiva al hadith del Profeta (pbsl), che disse:
"Che Allah maledica chi utilizza un essere vivente come bersaglio" [Bukhari n.5196 Muslim n.1958]
L'Islam inoltre, condanna chi, dopo aver ucciso un animale, lo mutila. [Bukhari n.5196]
Come riportato nell'Hadith riportato da ibn Masoud, l'Islam proibisce di maltrattare o fare del male agli animali:
"Eravamo in viaggio in compagnia del Messaggero di Allah (pbsl), quando egli (pbsl) si allontanò per un bisogno. Mentre era assente, vedemmo un codirosso con due pulcini; glieli prendemmo e il codirosso ci venne dietro e prese a svolazzarci intorno. Venne il Profeta (pbsl) e disse:
"Chi ha messo quest'uccello in angustia per i suoi piccoli? Restituitele i suoi piccoli!". Poi vide che avevamo bruciato un formicaio, e cosi' disse: "Chi l'ha bruciato?", "Noi", rispondemmo; "Non conviene che a tormentare col fuoco sia altri che il Signore del Fuoco", osservò. [Abu Dawud n.5268]
Inoltre, l'Islam comanda di utilizzare clemenza quando gli animali vengono uccisi a scopo alimentare. Non è permesso infatti affilare la lama davanti all'animale che sta per essere sgozzato o alla presenza di altri capi di bestiame, come non è consentito uccidere tirando il collo dell'animale, battendolo, nè per mezzo dell'elettrocuzione, etc. E' ugualmente vietato iniziare a scuiare l'animale prima che sia definitivamente morto, Il PRofeta (pbsl) disse:
"In verità Allah ti ordina di essere gentile con tutta la Sua creazione. Quindi se uccidi, fallo in maniera giusta, e se sgozzi un animale, fallo in maniera giusta. Affila pertanto il coltello per far si che la macellazione sia un procedimento facile e veloce" [Muslim n.1955]
Contemporaneamente, l'Islam ordina di uccidere gli animali e gli insetti pericolosi e dannosi, al fine di proteggere l'essere umano, essendo la sua vita sacra agli occhi di Allah, il Quale ha fatto di lui la creatura più onorevole sulla terra.
Diconseguenza, se i diritti degli animali sono importanti al cospetto di Allah, allora quelli dell'essere umano lo sono ancora di più! Alla l'Onnipotente dice del Sublime Corano:
"In verità abbiamo onorato i figli di Adamo, li abbiamo condotti sulla terra e sul mare e abbiamo concesso loro cibo eccellente e li abbiamo fatti primeggiare su molte delle Nostre creature." [17:70]
Questi ordini non hanno solo lo scopo di proteggere gli animali da qualunque atto di crudeltà, ma sono anche un mezzo per espiare i peccati i peccati del musulmano e possono diventare la ragione della propria ammissione in Jannah (il Paradiso). Il Messaggero di Allah (pbsl) raccontò:
"Un uomo che percorreva un sentiero fu assalito dalla sete. Raggiunto un pozzo vi si calò dentro, bevve a sazietà e ne uscì. Poi vide un cane con la lingua penzolante, che cercava nel fango qualche goccia per placare la sua sete. L'uomo, accortosi che il cane era assetato come lo era stato lui poco prima, discese di nuovo nel pozzo, riempì la sua scarpa d'acqua e fece bere il cane. Dio perdonò i suoi peccati per questa azione". Fu chiesto al Profeta:
"Messaggero di Dio, siamo ricompensati per la gentilezza verso gli animali?" Egli disse: "C'è una ricompensa per la gentilezza verso ogni essere vivente." [Bukhari n.5663]
tratto da "Pregiudizi correnti sui diritti dell'uomo nell'Islam"
martedì 17 maggio 2011
Lavoro: I diritti del datore di lavoro
lunedì 16 maggio 2011
Lavoro: I diritti del dipendente
Ciò è indicato in un hadith del Messaggero di Allah (sallallahu alaihi wa sallam):
Il Messaggero di Allah (saas) garantì i diritti del dipendente e il salario a lui spettante, dicendo: